Project Description
Edifici Pubblici e Musei A
1 – Palazzo della Borsa
Indirizzo: Corso Porta Nuova, 1
Anno costruzione: 1928
Progettista: Ing. Giovan Battista Rizzardi
Descrizione storica: Il palazzo della Borsa di Commercio in Corso Porta Nuova è da annoverare tra i primi palazzi costruiti nei primi 4 anni dall’amministrazione fascista.
Il progetto dell’edificio fu affidato a Giovan Battista Rizzardi e concluso nel 1928.
L’edificio della Borsa doveva svolgere la funzione di attività legate al commercio dei grani che si teneva settimanalmente adiacente alla Gran Guardia. Essendo che Verona era diventata, in quegli anni, “uno dei centri più importanti del commercio granario italiano”.
Autore: Istituto Einaudi.
2 – Palazzo INA (Istituto Nazionale Assicurazioni)
Indirizzo: Corso Porta Nuova
Anno costruzione: 1937
Progettista: Arch. Paolo Rossi De Paoli
Descrizione storica: Situato in Piazza Cittadella ma con la facciata principale verso Corso Porta Nuova, l’edificio dell’Ina, tra il 1943 e il 1945, è la sede dell’Ufficio del capo della Polizia di sicurezza e del Servizio di sicurezza (BdS). Si chiama Rsha ed è il più ramificato organismo dell’apparato poliziesco nazista e di attuazione della violenza: controlla, centralizza e gestisce gli organi di repressione del Terzo Reich, la Gestapo (la polizia politica), la Kripo (polizia criminale) e il Servizio di sicurezza. In quel biennio l’esercito e la polizia nazista si macchiano di crimini contro l’umanità quali stragi civili, rastrellamenti e deportazioni di avversari politici ed ebrei. Verona gioca una parte fondamentale quale centro burocratico dell’apparato poliziesco nazista e della sua politica omicida. L’edificio fu destinato durante l’occupazione tedesca, a sede del Servizio di sicurezza (SD-Sicherheitsdienst) delle SS. Nei piani superiori furono distribuiti i diversi comandi ed uffici e gli ingressi e gli angoli furono protetti con casematte. I sotterranei dell’edificio furono trasformati in prigione, ricavandone una ventina di celle di rigore per detenuti destinati all’isolamento. Ospitò in media un centinaio di prigionieri sottoposti ad inchieste o istruttorie, o che dovevano subire frequenti interrogatori.
Descrizione architettonica: Realizzato nel 1937, è stata la prima grande costruzione inaugurata prima della seconda guerra mondiale, di stile piacentiniano monumentalista, era stato inserito in un piano di ristrutturazione urbanistica della zona. Questo stile fa riferimento al classicismo , al neobarocco e al Neoclassicismo semplificato. Con il neobarocco si cita il XVII secolo con una proporzione degli ordini che diviene gigantesca, con il Neoclassicismo gli spazi acquistano invece una distribuzione armonica e di grande equilibrio. Qui, come altrove, la visione scenografica dello spazio architettonico, che deve celebrare il regime, prende il sopravvento sulla composizione planimetrica della costruzione.
Si tratta infatti di una monumentale costruzione a cinque piani, nella parte turrita dì sette, a pianta rettangolare.
Il fronte verso il corso si caratterizza per l’uso della bicromia che alterna materiale laterizio a pietra bianca, rievocando lo stile delle architetture romaniche locali. Finestre rettangolari determinano un ritmo scandito da ordine e purezza secondo i linguaggi dell’architettura razionalista e monumentale dell’epoca.
La facciata su vicolo Ghiaia mostra invece un prospetto meno rigoroso, interrotto anche dal portale a “serliana”, citazione dall’antico palazzo di Diocleziano a Spalato.
Autore: Istituto Einaudi.
3 – Palazzo FRO (Fabbriche Riunite Ossigeno)
Indirizzo: Piazza Cittadella, 6
Anno costruzione: 1935
Progettista: Arch. Francesco Banterle
Descrizione storica: Il palazzo appartenente alla ditta FRO (fabbriche riunite ossigeno) in cui si trovavano gli uffici amministrativi, è situato in piazza Cittadella. La ditta nacque nel 1924 dopo la fusione di piccole realtà metallurgiche venete (come la ditta Galtarossa, già presente sul suolo veronese dal 1886). A partire dagli anni Venti, Verona diventerà un vero e proprio polo italiano per la saldatura: cannelli, riduttori e impianti per la produzione di acetilene conquisteranno rapidamente un proprio mercato e non solo in Italia. Il progettista Francesco Banterle, insieme all’architetto Rossi De Paoli, completò il progetto di rettificazione della piazza. Palazzo Fro è stato strettamente legato a Palazzo Ina poiché l’isolato denominato “Quadro dei Muselli” fu sostituito da quest’ultimo. Il palazzo, dopo una serie di interventi urbanistici del comune, è stato ristrutturato e innalzato di un piano.
Descrizione architettonica: L’edificio presentava una struttura molto semplice, con singolari lati smussati, in quanto le sue funzioni si limitavano alla semplice amministrazione. La costruzione e la presenza di questo edificio comportò una modifica sull’assetto della piazza, che fu resa più lineare, ad impronta “industriale”.
Autore: Istituto Einaudi.
4 – Ex Metrò/Queen
Indirizzo: Vicolo Croce Verde
Anno costruzione: Anni ’90 del ‘900.
Proprietario: Comune di Verona
Descrizione storica: Ex discoteca “Queen” nel cuore della Cittadella, venne realizzata negli anni 90 (all’interno di una vecchia officina meccanica per automobili degli anni 30). Per una decina di anni continuò ad essere utilizzata come discoteca, poi trasformata in un Bingo e successivamente nell’anno 2017 demolita. Era aperta anche nel pomeriggio dei fine settimana per consentire ai ragazzi giovani di poterla frequentare. Durante la sua demolizione, vennero trovati dei resti medioevali molto simili alla pianta di un’abitazione, forse una struttura religiosa, (oppure un convento). Un team di archeologi si è messo all’opera per cercare di datare con maggiore precisione questa costruzione e scoprire di più circa la sua originaria funzione.
Descrizione architettonica: La discoteca venne allestita all’interno di uno stabile costituito da uno stile moderno e innovativo per l’epoca in cui è stata costruita. Purtroppo, non sono rimasti dei reperti a causa della sua demolizione e al successivo scavo archeologico
Al suo posto oggi vi si trova una nuova costruzione con una trentina circa di appartamenti, uffici.
Autore: Istituto Einaudi.
5 – Ex Stadio
Indirizzo: Via Cesare Battisti
Anno costruzione: 1910
Descrizione storica: Lo stadio Bentegodi era situato vicino a Piazza Cittadella, in via Cesare Battisti, dove attualmente si trova il parcheggio Arena. La costruzione era sorta nel 1910 per espressa volontà del dott. Marcantonio Bentegodi, benefattore e pioniere dello sport scaligero. Uno stadio, o stadium come si diceva all’epoca, pensato per l’atletica e per il ciclismo, solo successivamente adattato al gioco del calcio.
La squadra di calcio del Verona in quello stadio però non ci arriva subito. Precedentemente giocava nel campo di proprietà, situato in Borgo Venezia.
Solo nel 1933 si trova l’accordo con il comune e Bentegodi per usufruire dell’impianto sportivo, sicuramente più accogliente e attrezzato di quello che stava poco distante da Porta Vescovo. Al vecchio Bentegodi vicino all’area di Piazza Cittadella il Verona gioca circa 25 stagioni, con fortune alterne. I tifosi accorrono qualche anno numerosi e qualche anno un po’ meno. Lo stadio viene sviluppato e ampliato e poi ancora leggermente ridimensionato fino ai 14.000 posti nominali e 20.000 effettivi al momento della demolizione. La situazione diventa però insostenibile a causa del traffico e delle numerose adesioni dei tifosi che si assiepano all’interno della struttura. Si decide quindi, nel 1960, di vendere il terreno all’INPS, che vi costruirà gli attuali uffici esattamente dove una volta c’era una tribuna dell’antico stadio, e di costruire un nuovo stadio nel quartiere denominato “Stadio ”, mantenendo stessa dedicazione a Marcantonio Bentegodi.
Descrizione architettonica: Lo stadio aveva una capienza di circa 20000 posti a sedere (per l’epoca erano tantissimi) e si trovava in una posizione molto strategica. Infatti, era vicina al centro della città e perciò facilmente raggiungibile. L’originaria struttura era tecnologicamente all’avanguardia per i tempi in cui era stata costruita, in quanto era provvisto di impianti elettrici avanzati, bagni attrezzati e persino un Bar.
Autore: Istituto Einaudi.
6 – Tribunale di Verona
Indirizzo: Corte Giorgio Zanconati, 1
Anno costruzione: 1847-1854
Progettista: Impero asburgico
Descrizione storica: Tra il 1839 ed il 1848 i fermenti rivoluzionari scoppiati in Italia ed in Europa allarmarono gli Austriaci che provvidero a potenziare le fortificazioni distribuite nei loro domini. Per quanto riguarda Verona, fu emanato un apposito decreto da Vienna affinché la cittàà fosse convertita in una perfetta piazzaforte: essa divenne uno dei principali baluardi del Lombardo-Veneto anche grazie alla costruzione del campo trincerato.
La necessità di ampi spazi ad uso caserme portò alla costruzione del vasto complesso del Campone, situato nella Cittadella. Questo era costituito da due edifici: uno per ospitare la fanteria (lato est); l’altro la cavalleria (lato ovest). Alcune fonti ne attribuiscono il progetto all’ingegnere Pietro Gemma.
Durante gli ultimi anni della dominazione austriaca, con l’uso del sistema di comunicazione telegrafica, venne qui installata una centrale operativa di collegamento tra le varie cittàà dell’Impero e le vicine piazzeforti Venete. Dopo l’annessione (1866) le autoritàà militari italiane lasciarono in abbandono le strutture militari austriache ed optarono per un loro smantellamento; ma il Generale Pianell si oppose ad una tale politica e contribuì affinché la piazzaforte veronese non andasse in rovina. Così “il Campone” il 13 dicembre 1898 risultava annesso ed occupato a titolo di locazione per usi e servizi governativi dell’Amministrazione dipendente dal Regio Ministero della Guerra per il servizio militare e la difesa dello Stato.
Nel periodo bellico, tra il 1940 ed il 1945, la struttura subì notevoli danni a causa dei bombardamenti aerei, vi fu il crollo di parte dell’ala su Via dello Zappatore e del tetto in altri punti. Codificato nel tempo l’utilizzo di carattere militare, la Caserma “Mastino” svolse tale funzione fino agli anni ’70. Il 30 giugno 1983 il Ministero della Difesa lo cedette al comune di Verona. Nell’edificio della fanteria si installò il tribunale, mentre in quello ovest fu realizzato il carcere.
Descrizione architettonica: Il grande complesso edilizio prevedeva due quartieri militari: uno per la fanteria ed uno per la cavalleria. La vasta area prescelta denominata “il Campone” era ubicata nella zona destra dell’Adige, a Nord-Ovest del bastione della SS. Trinità, entro la cinta difensiva, in prossimità della Piazza d’Armi ed in posizione funzionale per i movimenti di truppa. I due quartieri militari per fanti e cavalleria erano riuniti in un unico impianto compatto, dallo schema a corte. Unico elemento di separazione un alto muro che divideva in due il cortile. Il complesso presentava due fronti, quello prospiciente Via dell’Olmo, oggi Via del Fante e quello prospiciente Via del Campone, oggi Via del Lanciere. Quest’ultimo non è altro che l’attuale Caserma “Mastino della Scala”. Tale edificio planimetricamente è composto di un elemento centrale e due ali laterali; internamente gli ampi spazi sono divisi da setti murari ordinati modularmene. Al piano terra tre atrii carrabili fungono da collegamento con il piazzale interno e, adiacenti, sono situati i percorsi verticali d’accesso ai piani superiori.
Al primo e secondo piano, ove alloggiavano truppa e ufficiali, si sviluppa, sul lato interno, un percorso di distribuzione alle varie stanze. In aggetto rispetto alla linea dell’edificio sono situati due gruppi di servizi igienici. Gli alzati si articolano su tre piani; la facciata verso la Via del Lanciere presenta qualche accenno neoclassico. Una serie di aperture rettangolari si alternano a trifore riquadrate da semplici profili in calcare tenero locale (“tufo”) e sono dotate di bancale sagomato. Una modanatura rafforza il primo piano ed i fori sono sormontati da timpani solo nella parte centrale.
Autore: Istituto Maffei.
7 – Ex Archivio di Stato di Verona
Indirizzo: Via del Pontiere
Anno costruzione: 1961
Progettista: Ing. Angelo Vaccari, Ing. Pietro Giacobbi
Descrizione storica: L’edificio che ha ospitato l’Archivio di Stato di Verona dal 1961 al 2015 trova sede nell’area precedentemente occupata dalla Caserma Cappuccini, quasi completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Precedentemente era situato presso l’ex Convento dei Gesuiti di S. Sebastiano in via Cappello (oggi Biblioteca Civica).
Il progetto di costruzione della sede dell’Archivio di Stato fu approvato dal Consiglio provinciale il 28 gennaio 1956.
L’importo complessivo del progetto ammontava a 84.000.000 lire.
In una lettera datata 6 giugno 1957 il Presidente invitava le ditte a partecipare alla gara d’appalto per la costruzione dell’Archivio di Stato e il 28 agosto 1957 iniziarono i lavori.
Vennero per prima cosa distrutti i ruderi dei fabbricati della caserma, dopodiché venne eseguito lo scavo di sbancamento (uno scavo su una vasta area e di notevoli dimensioni) e poi furono iniziati i lavori di costruzione.
Il collaudo statico (cioè il controllo attento e scrupoloso della struttura) venne eseguito dal Prof. Luigi Stabilini del Politecnico di Milano.
Il 24 gennaio 1959 il Consiglio provinciale approvava la spesa di 73.000.000 lire da effettuare per le scaffalature metalliche da montare nel deposito, per gli arredamenti degli uffici e le opere accessorie.
In realtà si spese un pochino di più per gli arredamenti interni, e il costo totale di tutta la costruzione (costo dei lavori murari + costo delle scaffalature metalliche ed arredamento) fu di 166.400.000 lire.
Oggi l’Archivio di Stato non si trova più qui, ma in via Santa Teresa 15 all’interno degli ex Magazzini Generali, e da circa un anno l’Archivio di Stato di Verona è anche online e il sito è gestito dal ministero dei Beni Culturali.
Descrizione architettonica: Il fabbricato è stato concepito e realizzato in due corpi attestati ad angolo retto: uno destinato a deposito dei documenti, l’altro destinato ai servizi dell’Archivio.
Il corpo adibito a deposito è diviso a metà da una parete verticale, si ottengono così due vani, alti circa 16,50 m, privi all’interno di qualsiasi struttura portante per lasciare più spazio possibile alle scaffalature metalliche, utilizzate per i documenti.
Il corpo riservato ai servizi dell’Archivio è stato costruito davanti al precedente, e comprende un piano seminterrato, che fa da garage e deposito, un piano terra, dove si trova l’appartamento del custode, la sala di convegno e la biblioteca d’ufficio, un primo piano, con la direzione e gli uffici vari, un secondo piano, per l’archivio dei microfilm e l’appartamento del Direttore e infine un sottotetto praticabile che si estende su tutta l’area occupata dai servizi.
Per collegare tutti gli ambienti vennero realizzate due rampe di scale: una a conformazione circolare, riservata al pubblico, che collega il piano terra gli uffici al piano superiore, e una a conformazione quadrata, che da accesso alle abitazioni del custode e Direttore.
Sulla facciata si aprono gli ingressi, mentre per i tre lati rimanenti il fabbricato è protetto da un muro di cinta con una cancellata e da una fascia interna di verde.
Le strutture verticali, aventi una notevole portata, sono in cemento armato, mentre le murature esterne sono del tipo misto di laterizio, i solai sono del tipo misto in laterizio e cemento armato. I serramenti sono di legno. I pavimenti in marmo e cemento.
Altre finiture sono state eseguite in modo da dare al fabbricato una nota di eleganza.
Esternamente il prospetto è rivestito in laterizio, ed è caratterizzato da grandi finestrature verticali a tutta altezza alternate a paraste (pilastri contenuti nella parete e leggermente sporgenti a filo di questa) di pietra. I vetri utilizzati sono di colore verde per proteggere dalla luce del sole i documenti.
Autore: Istituto Maffei.
8 – Museo degli Affreschi
Indirizzo: Via Luigi Da Porto, 5
Anno costruzione: 1973
Proprietario: Comune di Verona
Descrizione storica: Il Museo degli Affreschi, intitolato al veronese Giovan Battista Cavalcaselle (1819-1897), entra nel panorama delle istituzioni cittadine a partire dal 1973, quando viene aperto per iniziativa del direttore dei civici musei Licisco Magagnato. Il complesso in cui sorge è costituito dalla chiesa sconsacrata di San Francesco al Corso, di impianto duecentesco ma ricostruita all’inizio del XVII secolo, e da una struttura conventuale con chiostro molto rimaneggiata nel corso degli anni e adibita a vari usi – orfanotrofio, caserma e deposito dei pontonieri, infine dal 1926 al 1930 sede dell’istituto di tabacchicoltura. Alla storia del convento sono legati la leggenda e il mito shakespeariano di Giulietta e Romeo, testimoniati dalla presenza di un avello che in origine si trovava all’interno della chiesa. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 1898 il Consiglio comunale delibera “la decorosa sistemazione dell’arca” e nel 1910 si eseguono nel chiostro i lavori necessari alla collocazione del busto dedicato a William Shakespeare ancora in situ. Antonio Avena, al tempo direttore dei Musei veronesi, provvede tra il 1935 ed il 1937 a una sistemazione dell’assetto generale del complesso, ma la scarsità di documentazione pervenuta rende difficoltosa la ricostruzione delle varie fasi di questi lavori. I bombardamenti dell’ultima guerra distruggono in gran parte la chiesa e causano gravi danni al chiostro e al campanile, all’origine del crollo improvviso avvenuto nel 1961. Sgomberate le macerie e demoliti i corpi di fabbrica occidentali, si provvede alla ricostruzione della chiesa sconsacrata e alla sistemazione dell’ala ovest del complesso conventuale in funzione della nuova sede museale. I lavori sono eseguiti negli anni Settanta dal settore Edilizia Monumentale del Comune di Verona. Al piano interrato sono esposte anfore romane rinvenute in occasione degli scavi per la sistemazione dell’edificio, mentre ai piani superiori viene allestita l’esposizione di importanti cicli decorativi di affreschi staccati. Risalgono invece ad anni più recenti la sistemazione dell’ala settentrionale del chiostro, adibita a deposito con annesso appartamento del custode (1980-1983), e l’allestimento, nel 1987, della chiesa di San Francesco per l’esposizione permanente dei dipinti di grande formato delle collezioni civiche. Al piano interrato del lato nord, è rimasta collocata la cosiddetta “Tomba di Giulietta”, raggiungibile attraverso una scala dal cortile-giardino interno al chiostro. Nel 2004 viene sistemata l’area verde esterna con la realizzazione del nuovo muro di cinta in tufo e mattoni che ospita un’esposizione di lapidi ed elementi scultorei; la realizzazione di una copertura metallica portata a termine col più recente lotto di lavori (settembre 2012) consentirà l’ampliamento di tale lapidario. Nel 2008 sono infine avviati gli interventi di restauro e consolidamento statico dell’ala meridionale del complesso architettonico, che ancora versava in condizioni assai precarie.
Descrizione architettonica: Il Museo degli Affreschi, intitolato al veronese Giovan Battista Cavalcaselle (1819-1897), entra nel panorama delle istituzioni cittadine a partire dal 1973, quando viene aperto per iniziativa del direttore dei civici musei Licisco Magagnato. Il complesso in cui sorge è costituito dalla chiesa sconsacrata di San Francesco al Corso, di impianto duecentesco ma ricostruita all’inizio del XVII secolo, e da una struttura conventuale con chiostro molto rimaneggiata nel corso degli anni e adibita a vari usi – orfanotrofio, caserma e deposito dei pontonieri, infine dal 1926 al 1930 sede dell’istituto di tabacchicoltura. Alla storia del convento sono legati la leggenda e il mito shakespeariano di Giulietta e Romeo, testimoniati dalla presenza di un avello che in origine si trovava all’interno della chiesa. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 1898 il Consiglio comunale delibera “la decorosa sistemazione dell’arca” e nel 1910 si eseguono nel chiostro i lavori necessari alla collocazione del busto dedicato a William Shakespeare ancora in situ. Antonio Avena, al tempo direttore dei Musei veronesi, provvede tra il 1935 ed il 1937 a una sistemazione dell’assetto generale del complesso, ma la scarsità di documentazione pervenuta rende difficoltosa la ricostruzione delle varie fasi di questi lavori. I bombardamenti dell’ultima guerra distruggono in gran parte la chiesa e causano gravi danni al chiostro e al campanile, all’origine del crollo improvviso avvenuto nel 1961. Sgomberate le macerie e demoliti i corpi di fabbrica occidentali, si provvede alla ricostruzione della chiesa sconsacrata e alla sistemazione dell’ala ovest del complesso conventuale in funzione della nuova sede museale. I lavori sono eseguiti negli anni Settanta dal settore Edilizia Monumentale del Comune di Verona. Al piano interrato sono esposte anfore romane rinvenute in occasione degli scavi per la sistemazione dell’edificio, mentre ai piani superiori viene allestita l’esposizione di importanti cicli decorativi di affreschi staccati. Risalgono invece ad anni più recenti la sistemazione dell’ala settentrionale del chiostro, adibita a deposito con annesso appartamento del custode (1980-1983), e l’allestimento, nel 1987, della chiesa di San Francesco per l’esposizione permanente dei dipinti di grande formato delle collezioni civiche. Al piano interrato del lato nord, è rimasta collocata la cosiddetta “Tomba di Giulietta”, raggiungibile attraverso una scala dal cortile-giardino interno al chiostro. Nel 2004 viene sistemata l’area verde esterna con la realizzazione del nuovo muro di cinta in tufo e mattoni che ospita un’esposizione di lapidi ed elementi scultorei; la realizzazione di una copertura metallica portata a termine col più recente lotto di lavori (settembre 2012) consentirà l’ampliamento di tale lapidario. Nel 2008 sono infine avviati gli interventi di restauro e consolidamento statico dell’ala meridionale del complesso architettonico, che ancora versava in condizioni assai precarie.
Autore: Istituto Maffei.
9 – Ex Fiera
Indirizzo: Via del Pontiere, 3
Anno costruzione: 1927
Progettista: Arch. Alfonso Modenesi
Descrizione storica: Descrizione storica: Sulla sinistra (uscendo dalla città) di via del Pontiere sorge l’edificio che fungeva da ingresso alla Fiera Cavalli tra il 1898 e il 1948. Prima della nascita della fiera, nell’1889 si tenne una importante esposizione industriale, che vide la presenza dell’allora principe Vittorio Emanuele III, nello spazio della vicina Piazza Cittadella. Poco dopo, nell’ottobre del 1897, l’Amministrazione Comunale di allora propose, sempre in piazza Cittadella, a due passi da piazza Bra e dall’Arena, un’edizione sperimentale di quella che sarebbe divenuta poi la Fiera Cavalli. In questa prima edizione la partecipazione fu gratuita, prevedendo al contempo premi e riconoscimenti per i migliori cavalli e per le scuderie che li presentavano, mentre presso l’ippodromo si svolgevano le gare ippiche. Il successo della manifestazione, realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio e il Ministero dell’Agricoltura e Commercio, fu notevole e gli amministratori cittadini decisero di far divenire l’evento annuale, anzi raddoppiarono in una a marzo e una ad ottobre.
Con l’importanza della fiera crebbe anche la necessità di migliori e rappresentative sistemazioni edilizie; così nel 1920 fu incaricato dall’Amministrazione comunale di Verona l’ingegner Alfonso Modenesi per la costruzione della nuova palazzina d’ingresso contenente anche gli uffici. I lavori iniziarono solo nel 1927, cinque anni dopo la morte dell’ingegnere.
L’evento crebbe negli anni sempre più, sia in partecipazione che in popolarità divenendo motivo di sviluppo economico e prestigio per Verona dove in occasione delle fiere si organizzavano tutta una serie di eventi mondani di contorno come il concorso ippico all’Arena o le corse all’ippodromo di Tombetta.
Nel 1938 le fiere italiane che facevano parte dell’Unione delle fiere internazionali erano cinque: Milano, Bari, Padova, Tripoli e quella di Verona, specializzata nei settori dell’agricoltura e della zootecnia, che aveva tre manifestazioni annuali: per otto giorni dal secondo lunedì di marzo (agricoltura e cavalli), per tre giorni nella prima metà di agosto (mostra nazionale delle frutta) e per quattro giorni dal secondo lunedì di ottobre (cavalli e concorsi zootecnici).
Lo scoppio delle ostilità della 2° guerra mondiale causò la sospensione delle fiere in tutti gli stati coinvolti dalla guerra. La fiera di Verona, che fu l’ultima tra le fiere italiane a sospendere le sue manifestazioni (nel marzo 1943 fu tenuta, sotto forma di mercato, la fiera cavalli e delle macchine agricole), fu la prima a riprenderle con la fiera autunnale dell’ottobre 1945 svoltasi con ottimo esito fra le macerie dei suoi impianti stabili. Nel 1948 la Fiera viene trasferita nella nuova zona agricolo-industriale a sud di Verona (ZAI), guadagnando nuovi spazi senza allontanarsi troppo dal centro cittadino e a ridosso di importanti strutture viabilistiche e dello scalo ferroviario, affiancata ai nascenti Magazzini Generali del mercato ortofrutticolo.
Descrizione architettonica: L’edificio è realizzato su progetto dell’ingegnere Alfonso Modenesi redatto nel 1920, ma costruito solo a partire dal 1927, cinque anni dopo la morte dell’ingegnere, ma risulta comunque estremamente fedele al progetto originale. L’edificio è formato da due corpi a pianta rettangolare collegati tra loro da un porticato chiuso da una cancellata in stile liberty, purtroppo oggi non più presente, con in sovrapposizione una terrazza. Si sviluppa in tre piani fuori terra, caratterizzati da aperture ad arco a tutto sesto per quanto riguarda il piano terra, destinato ai negozi, e rettangolari per i due superiori, ad uso di uffici e abitazioni. Per quanto riguarda la tecnica costruttiva, questa è una delle prime opere realizzate in calcestruzzo colorato, che conserva ancora il colore rosa. Le decorazioni dei prospetti sono accentuate dal bugnato. Singolare è anche la terrazza che unisce i due corpi, sostenuta da pilastri con basamenti e capitelli, in quanto presenta una spettacolare balaustra di forma classicheggiante in finto materiale lapideo, con molteplici colonnine pilastrini che sostengono il davanzale.
Autore: Istituto Maffei.
10 – Uffici Finanziari
Indirizzo: Via Luigi da Porto, 2
Anno costruzione: 1966
Progettista: Arch. Libero Cecchini
Descrizione storica: Gli uffici finanziari di Verona sono un complesso di edifici situati nel quartiere di Cittadella a Verona. Sono stati realizzati nella seconda metàà degli anni Sessanta del Novecento dall’architetto Libero Cecchini nella zona dove, dal 1898 al 1948 era situata la Fiera di Verona.
Questo progetto prende la sostanza da uno studio storico dell’area. Questo studio appura la presenza in questa zona in epoca romana di un porto fluviale e di un deposito di anfore. Inoltre da qui l’Adige era connesso tramite un piccolo canale detto Adigetto all’altra ansa dello stesso fiume, presso Castelvecchio. Così nasce questo complesso, che vuole essere posto a contrappeso di Castelvecchio sia dal punto di vista volumetrico, che da quello simbolico: infatti si ha in Castelvecchio e nel suo museo l’importante ruolo culturale, mentre in questo complesso si ha l’altrettanto importante ruolo economico-finanziario.
Descrizione architettonica: Gli uffici sono stati costruiti negli anni ‘60 del ’900 dall’architetto Libero Cecchini.
La struttura, in cemento armato, è esternamente rivestita in pietra nella parte superiore, si nota inoltre che sono citati elementi caratteristici dell’edilizia veronese, ovviamente reinterpretati. Questo progetto va inoltre a dare compattezza e continuitàà nel tessuto storico della città.
Autore: Istituto Maffei.